Malassiso

MALASSISO: un Copertino Dop Riserva e un ricordo

Parlare di un territorio significa anche onorarne il ricordo. Per il nostro Copertino Rosso Riserva abbiamo voluto omaggiare una delle porte di accesso alla città vecchia: Porta Malassiso.

COPERTINO E LA NASCITA DEL BORGO
Copertino: veduta storica della città con le mura
Copertino. Veduta storica del Castello (1897).

Le nostre origini, il luogo in cui i nostri predecessori hanno iniziato il cammino che ancora noi percorriamo, prendono il nome di Copertino. 

Cittadella”, poi “Conventino”, “Cupertino” ed infine Copertino”.

Cittadina salentina di origine medievale, Copertino sorge intorno al 500 / 600 d.C. dall’unione degli abitanti, che stazionavano sparsi nei casali di Mollone, Casole, Cigliano e Cambrò. 

Varie dominazioni si susseguiranno, dalla Bizantina all’Aragonese, lasciando contaminazioni e influenze.
Il Cinquecento fu un periodo aureo per la nostra realtà.

Copertino. Castello: portale cinquecentesco.

Alfonso Castriota -conte di Copertino- ampliò il vecchio maniero. L’incarico fu conferito all’architetto militare Evangelista Menga che al rigore militare e all’austerità della fortezza, accostò un portale d’ingresso impreziosito da sinuosi elementi di scultura: volti incorniciati in medaglioni a rilievo, memoria delle vittorie del committente e delle dinastie che negli anni avevano governato la contea.

Con l’ampliarsi del tessuto abitativo divenne poi necessario allargare le mura.

Alla prima porta di accesso -Porta Castello- venne aggiunta una seconda portaPorta Malassiso– prendendo il nome della contrada nella quale fu costruita.

A completamento di quest’ultima porta fu posizionata la statua di San Sebastiano, il primo Santo Patrono del nostro paese.
Entrambe le porte furono direzionate ad Est: una a favorire l’accesso al Castello e l’altra al borgo.

Le due Porte di accesso alla città

Porta Castello negli anni prese varie denominazioni, venne chiamata anche “Porta Leverano” o “Porta Lecce” in omaggio alle due città limitrofe verso cui era rivolta.

All’interno delle mura, sui lati della porta in segno di devozione, erano raffigurati i Santi patroni di queste città: San Rocco e Sant’Oronzo.

Dopo la Santificazione del nostro compaesano, il frate Giuseppe da Copertino, oggi viene chiamata anche Porta San Giuseppe, con la statua del Santo -in marmo di Carrara- posta sulla sua sommità.

Copertino. Porta San Giuseppe.

Diverso destino toccò invece a Porta Malassiso che, in virtù dell’ampliamento della popolazione fuori le mura, nel 1886 venne abbattuta.

La colonna di San Sebastiano e i contrasti tra i cittadini
La colonna di San Sebastiano
Copertino. Colonna di San Sebastiano
(Foto: Fondazione Terra D’Otranto)

A distanza di 30 anni dall’abbattimento di Porta Malassiso, venne proposto da un privato cittadino l’innalzamento di una colonna.  Si voleva rendere memoria alle generazioni future della presenza in quel luogo della porta abbattuta.

La statua di San Sebastiano, posizionata in precedenza sulla porta e poi custodita nella vicina Chiesa dei Domenicani, avrebbe adornato l’estremità della colonna.

Nel 1924 il Comune deliberò a favore della costruzione della colonna dividendo il paese in pareri contrastanti. 

Fervide obiezioni, ostinate convinzioni e convinte critiche, agitarono gli umori dei concittadini che ritenevano la colonna di intralcio per la viabilità comunale. 
Tutti i tentativi volti a sviare tale proposta furono vani: nel mese di luglio del 1925 sulla colonna venne posta la statua del Santo, con un’epigrafe che ricordava il concittadino Giovanni Nicolaci, colui che prese l’iniziativa della sua costruzione e che la difese con fervida convinzione.

IL MALASSISO: L’ORIGINE DEL NOME DELLA NOSTRA RISERVA

Il progetto del Malassiso nasce dalla volontà di fregiare la nostra Copertino Dop della versione Riserva. L’idea si sviluppava nell’intento di produrre un vino ottimo appena stappato e con la sua massima espressione nel passare degli anniL’invecchiamento avrebbe dovuto donare il ricordo di “ciò che era” e conferire valore a “ciò che è

“CIÒ CHE ERA ED ORA È…

QUANDO IL TEMPO CI CONSEGNA 

L’EVOLUZIONE DI UN ORGOGLIOSO LAVORO.

IL MALASSISO COPERTINO ROSSO RISERVA 

A RICORDO DELLA PORTA DELLA CITTÀ VECCHIA.

IL PASSATO CI DONA IL SUO RICORDO,

 IL PRESENTE IL SUO FRUTTO.”

Il nome MALASSISO vive dunque nel binomio passato-presente che lo lega al nostro vino.

“Come un tempo c’era la porta di accesso alla città vecchia ed oggi c’è la colonna rievocativa… oggi un calice della nostra Riserva racchiude il ricordo del tempo trascorso per il suo affinamento, rievocandone ed evolvendone il gusto.”

Dall’idea alla realizzazione: l’inizio del progetto

La vendemmia 2015 è stata caratterizzata da un progetto che da tempo ci ispirava. 

Il Tenuta Paraida Rosso, insieme alla sua versione vinificata in rosato, per la nostra Cantina identifica non solo il nostro territorio salentino ma nello specifico il nostro paese. Un ferreo disciplinare ci orienta e indirizza nella sua realizzazione, tanto da esser l’unica Azienda a produrre la Copertino Dop Rosato.


Elevare la Copertino Dop però significava produrre una Riserva, ovvero un vino che avesse un periodo di invecchiamento e affinamento prestabilito, più lungo rispetto alla versione classica di riferimento. Considerato che la nominazione Riserva può essere applicata soltanto a vini di particolare qualità, ci siamo attivati per delineare la nostra versione di Copertino Riserva.

In vendemmia

Negroamaro e Montepulciano, rispettivamente Alberello Pugliese e Cordone Speronato, i vitigni scelti per questa Riserva. Tempi di maturazioni diversi delle uve, rigorosamente provenienti dai nostri vigneti e raccolte a mano.  

Un leggero appassimento sulla pianta per le uve Negroamaro ci ha permesso, dopo un’accurata selezione, di raccoglierle insieme a quelle del Montepulciano, di poco più tardive.

Malassiso Copertino

Una ventina di giorni per la fermentazione alcolica con macerazione delle bucce a temperatura controllata (26-28°).

Il Malassiso è anche attesa: l’affinamento

Essendo un vino non filtrato, il primo anno di affinamento il nostro Copertino Dop Riserva lo trascorre in Vasche di Cemento. 

Vasche storiche della nostra Cantina, che ci permettono di effettuare la decantazione naturale del vino, considerando la maggiore concentrazione di fecce prodotte nel primo periodo. Questo metodo di affinamento ci consente anche di gestire, in maniera ottimale la rimozione delle fecce grossolane sedimentate nella massa.

Il secondo anno, invece, il futuro Malassiso Riserva lo trascorre in botti di Rovere da 800 Litri. Il processo di affinamento in legno consente la microssigenazione del vino e, nella sua evoluzione, si addomestica anche l’esuberanza che Negroamaro e Montepulciano portano con sé. Il terzo ed ultimo anno di affinamento, infine, avviene in bottiglia. Il vino, stazionando in bottiglia, trova il suo equilibrio e definisce il suo carattere prima di essere pronto per il consumo.

UN ‘EMOZIONE TRADOTTA IN VINO

Ancora oggi ricordiamo l’emozione che abbiamo provato quando quel progetto, tanto pensato e tanto curato, si è tradotto in un calice di vino che potevamo condividere e degustare.

Dietro una bottiglia di vino c’è tanto da parte di chi la produce: racchiude pensieri, lavoro, incognite, intoppi e tanta ma tanta passione.

Ecco perché, quando tutto è arrivato a compimento, quando ogni singolo aspetto è stato curato -scelti i formati, creata la sua immagine e approvato il suo contenuto- non resta che lasciare andare quel prodotto e condividerlo con chi vorrà entrare nel tuo mondo, nella tua realtà.

Ci auguriamo che quanto raccontato ti abbia portato a varcare “Porta Malassiso” per farti conoscere un poco di più la nostra storia, le nostre origini e quanto abbiamo da raccontare attraverso un calice del nostro vino.

Sulla nostra pagina Instagram continueremo a condividere la nostra quotidianità “di vigna e di cantina”, insieme a tante altre piccole curiosità sul nostro territorio. Ti aspettiamo su:

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